Galleria Corsi Recensioni Video Tutorial Articoli Contatti MENU

Conversione ed intenti di rendering

Intenti di rendering

RISPOSTA SINTETICA

FOTOGRAFIA: Colorimetrico Relativo e Percettivo

GRAFICA: Saturazione

SIMULAZIONI: Colorimetrico Assoluto

Premessa

Prima di proseguire vi consiglio di aver letto i precedenti articoli:

Scelta del profilo colore per la stampa
Conversione del profilo colore per la stampa

Facendo un breve ripasso possiamo dire che ogni qual volta ci si sposta da un gamut sorgente ad uno di destinazione viene effettuato il processo di conversione colore atto a garantire la coerenza nella riproduzione dei colori.

 

Cosa sono ed a cosa servono gli intenti di rendering?

Gli intenti di rendering sono degli algoritmi che descrivono come rappresentare i colori che risultano fuori gamut dello spazio di destinazione.

 

Quali e quanti sono gli intenti di rendering?

Gli intenti di rendering sono principalmente quattro e possiamo raggrupparli in due macro gruppi:

Intenti colorimetrici:

Colorimetrico Assoluto
Colorimetrico Relativo

Intenti NON colorimetrici:

Percettivo
Saturazione

 

Intenti Colorimetrici e NON Colorimetrici

Negli intenti colorimetrici i colori non contenuti nel gamut di destinazione vengono sostituiti con colori ai margini del gamut di destinazione.
Avremo così un fenomeno di clipping.

Negli intenti NON colorimetrici TUTTI i colori, a prescindere che siano contenuti o meno nel gamut di destinazine, vengono sostituiti preservando però l’aspetto e forma del gamut sorgente.
Avremo così un fenomeno di compressione.

Nella figura seguente possiamo osservare la differenza dei gamut di output, con il medesimo gamut di input, al variare dell’intento usato.

 

Colorimetrico Assoluto

In questo intento di rendering:

i colori che rientrano nel gamut di destinazione NON vengono modificati
i colori che NON rinetrano nel gamut di destinazione vengono sostituiti con colori ai margini del gamut di destinazione (clipping)
la sostituzione avviene modificando sia la saturazione che la luminosità dei colori

Possiamo quindi dedurre che:

risulta più adatto quando la maggior parte dei colori rientrano nel gamut di destinazione (ottenendo un’elevata corrispondenza)
se ci sono molti colori fuori gamut si può generare una “perdita di dettaglio” con un appiattimento dei toni e con sfumature che vengono trasformate in “tinte piatte”

NOTA: questo intento di rendering non effettua nessuna compensazione del punto di bianco e di nero.

 

Colorimetrico Relativo

In questo intento di rendering:

i colori che rientrano nel gamut di destinazione NON vengono modificati
i colori che NON rinetrano nel gamut di destinazione vengono sostituiti con colori ai margini del gamut di destinazione (clipping)
la sostituzione avviene modificando la saturazione ma non la luminosità dei colori

Possiamo quindi dedurre che:

risulta più adatto quando la maggior parte dei colori rientrano nel gamut di destinazione (ottenendo un’elevata corrispondenza)
se ci sono molti colori fuori gamut si può generare una “perdita di dettaglio” con un appiattimento dei toni e con sfumature che vengono trasformate in “tinte piatte”

NOTA: questo intento di rendering effettua anche la compensazione del punto di bianco e di nero in modo da simulare le caratteristiche del profilo di destinazione (come ad esempio quello della carta).

 

Percettivo

In questo intento di rendering:

i colori vengono tutti modificati
i colori mantengono le loro posizioni relative (compressione)
si cerca di mantenere la tinta del colore a discapito della luminosità e saturazione

Possiamo quindi dedurre che:

risulta più adatto quando ci sono molti colori che non rinetrano nel gamut di destinazione

NOTA: questo intento di rendering sfrutta la maggior sensibilità che ha l’occhio umano nei confronti delle sfumature (relazioni tra i colori) rispetto alla loro esattezza. Per l’appunto, l’intento, viene chiamato percettivo.

 

Saturazione

In questo intento di rendering:

i colori vengono tutti modificati
i colori mantengono le loro posizioni relative (compressione)
si cerca di mantenere la saturazione del colore a discapito della luminosità e tinta

Possiamo quindi dedurre che:

adatta tutti i colori alla migliore saturazione (croma) possibile riproducendo in modo preciso la saturazione colore dell’immagine originale

NOTA: questo intento di rendering è principalmente usato nella grafica aziendale dove è più importante mantenere la saturazione rispetto alle relazione tra i colori.

 

Siamo proprio sicuri di volere una riproduzione esatta?

Per uso prettamente fotografico, puntare ad una riproduzione esatta, non è sempre sufficiente per garantisce un risultato più soddisfacente.

Tuttavia, se l’intento fosse quello di replicare un documento nel modo più preciso possibile ma pur accettandone la limitatezza del gamut di destinazione, allora la riproduzione esatta potrebbe portare dei benefici.

In definitiva, non potendo stabilire una regola fissa, bisogna saper valutare di volta in volta quale risulti esser l’intento di rendering che soddisfi al meglio le nostre necessità.

 

Intenti di rendering per la fotografia

Sia l’intento di rendering colorimetrico relativo che percettivo sono probabilmente tra quelli più utilizzati per la fotografia digitale.

Le differenze principali risiedono nelle loro priorità:

il colorimetrico relativo mantiene una rappresentazione precisa dei colori nel gamut, ma quelli al di fuori vengono tagliati via (clipping)
il rendering percettivo ha una rappresentazione inprecisa di tutti i colori compresi quelli nel gamut, ma ne preserva la loro relazione (compressione)

Ipotizzando ad esempio di avere un’immagine con uno spazio cromatico nero-verde:

possiamo notare che:

l’itento di rendering colorimetrico relativo è più preciso nel rappresentare i colori compresi nel gamut, ma genera una perdita di informazione per tutti (clipping); possiamo di fatti notare un appiattimento delle sfumature verso il centro delle sfere
l’intento di rendering percettivo altera la rappresentazione di tutti i colori (compressione), ma preserva la relazione tra i colori percepita; possiamo di fatti notare che i colori sono meno saturi e brillanti ma con sfumature più uniformi

NOTA: a parità di intento di rendering usato si potranno avere risultati dfferenti in base al CMM usato (Adobe ACE, Microsoft ICM e Apple ColorSynch).

 

Clipping e Compressione

L’intento colorimetrico relativo, applicando un clipping, distrugge le informazioni sul colore.
L’intento percettivo, applicando una compressione, non distrugge le informazioni sul colore ma le ridistribuisce.

Questo significa che se la conversione con l’intento colorimetrico relativo è irreversibile, quella con l’intento percettivo può essere invertita.

Ovviamente NON vuol dire che usando l’intento percettivo ed applicando una conversione dallo spazio sorgente a quello di destinazione e nuovamente a quello di sorgente si riprodurrà l’originale.
Tuttavia tramite l’uso accurato delle curve si può invertire la compressione del gamut causata dalla conversione.

 

Come scegliere l’intento di rendering?

La risposta più semplice sarebbe quella di effettuare una soft proof e verificare quale intento di rendering ci restituisce il miglior risultato.

Tuttavia, se volessimo avere una risposta più tecnica e meno basata dalla nostra percezione, dovremmo valutare in modo congiunto:

il gamut dell’immagine
il gamut della destinazione

 

Come possiamo simulare il gamut di un’immagine e quello di destinazione per scegliere l’intento di rendering migliore?

Se siete arrivati fin qui… nel prossimo articolo ne vedremo delle belle!

 

Ciao, mi fa molto piacere che tu abbia letto tutto l'articolo.
Se sei interessato a ricevere gli aggiornamenti sulle mie attività iscriviti alla newsletter.
Ah... tranquillo! Anche io detesto lo spam! Riceverai al massimo 4 email in un anno!

 

 

Conosci questi Plugin per Photoshop?



  }

Loading